
La voracità della mie ossa
allacciate al tempo
si trascina su fili
che l’animo non comprende.
Sgattaiolo via con muto riserbo
nella foresta delle vicissitudini
prima che il lato cambi.
Qui il sereno è dove l’acqua tracima
e l’erba stende le mie rughe
in versi tranquilli.
Possibile che invecchiare
per alcuni ha il colore della tempesta
mentre io vedo gelsomini che profumano
di ricordi e verdi speranze?
Ho già fatto il punto e anche oggi
ho un cestino di pane appena sfornato.
Chiara
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