Un urlo allungato
ribelle a strappo di mani
legato, senza spiragli
di cielo, corrotto
soffoca l’anima, soffre
nulla è più libero
nemmeno l’occhio
tra le mani è voce.
Si è spezzato, stridula
sfugge ad ali vibrando
nel sottile fiato che arranca
si proietta dalla crepa
ad un vecchio sorriso
e rimane affisso al muro
attende un germoglio
chiassoso, felice
che forse non morrà
tra le grida infestanti
di gramigna.
Chiara
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